Vertice bilaterale tra Usa e Italia annunciato per il 30 luglio, quando Giuseppe Conte andrà in visita ufficiale a Washington per incontrare Donald Trump; lo precede la presidente del senato Maria Elisabetta Alberti Casellati giunta negli Stati Uniti per una serie di contatti istituzionali nella capitale e a New York. Il ministro per le politiche europee Paolo Savona interviene alla camera e con espressioni che ricordano quelle di Di Maio afferma che, anche se può apparire strano, il governo sta scrivendo una nuova storia conducendo una battaglia civile; occorre districarsi dal contingente delle proposte in discussione nelle sedi comunitarie per integrarle con la nostra visione del futuro. Il premier spagnolo Pedro Sanchez difende nel congresso dei deputati la proposta che alcuni paesi guidino per l’Ue negoziati con i paesi di origine sull’esempio dell’Italia con la Libia, della stessa Spagna con il Marocco e della Germania con il Ghana. La questione dei migranti, divenuta centrale sulla spinta delle decisioni italiane, produce un effetto domino dagli sviluppi imprevedibili: il ministro tedesco dell’interno Horst Seehofer mette in crisi l’esecutivo federale e la presidente del partito socialdemocratico Andrea Nahles non esclude un nuovo ricorso alle urne. E nel calcio la nazionale teutonica, campione del mondo uscente, è già uscita dalla competizione dopo aver ceduto alla squadra sudcoreana che si è imposta per due a zero: non succedeva dal 1938; nelle qualificazioni per la fase finale aveva vinto tutte le partite, ma questo ormai è solo un ricordo. Laura Pausini corona un sogno coltivato da tempo e si esibisce a Cuba davanti a duecentocinquantamila persone; poi fa sapere che non dimenticherà mai questa giornata pazza e bellissima, perché la musica unisce e il modo migliore per ringraziare il pubblico è quello di cantare dal vivo, guardare i volti, intonare insieme gli stessi motivi.
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