Conferenza Onu sul clima

1439
La torre Eiffel illuminata per ricordare l’entrata in vigore dell’accordo di Parigi sul clima

Si apre a Marrakech la ventiduesima conferenza Onu sul clima, che durerà fino al 18 novembre e affronterà il tema dell’inquinamento atmosferico. Partecipano centonovantasei paesi, tra cui l’Italia. La parolad’ordine è: agire, non c’è più tempo da perdere. Nel mese di settembre è stato raggiunto il record nero con il superamento per l’anidride carbonica della soglia di quattrocento parti per milione (ppm), che secondo gli scienziati resisterà in modo permanente. Si calcola che tra il 2030 e il 2050 si avrà una incidenza di mortalità nell’ordine di duecentocinquantamila persone. I costi dei problemi della salute causati dai mutamenti climatici sono stimati entro il 2030 in una cifra compresa tra i due e i quattro miliardi di dollari.

Nonostante la delicatezza del tema e l’estrema problematicità delle prospettive, la città marocchina che ospita la conferenza accoglie le delegazioni in maniera festosa. Spariti mendicanti e venditori abusivi, le strade sono tirate a lucido e le numerose buche dei marciapiedi sono state ripianate. Per tutta la durata della conferenza le fontane continueranno a ospitare giochi di luce che si rincorrono fino al bacino della Menara, antica riserva di caccia della famiglia reale divenuta parco pubblico. Gli eventi politici saranno accompagnati da musica etnica e classica, mentre la scenografia è stata studiata in modo da ricordare i quattro elementi: aria, fuoco, acqua e terra. Un preludio alle manifestazioni è stato offerto già venerdì con la sfilata di artisti da piazza Sedici Novembre, cuore del centro commerciale, fino alla storica Jamas el Fna. Oltre centocinquanta tra cantanti, musici, danzatori e mimi con bicicletta e trampoli hanno invaso le strade in un happening intitolato: il grande ciclo del cambiamento. Nell’ora del tramonto, a siglare il primo anno dall’accordo di Parigi sul clima, si sono illuminate di verde in contemporanea la torre Eiffel a la torre Hassan.

Queste iniziative si spera preludano a intese efficaci e soprattutto tempestive per scongiurar o quanto meno attenuare i danni temuti attraverso un più responsabile impiego delle risorse e un maggiore rispetto per la natura, altrimenti pronta a reagire e vendicarsi come le cronache ormai quotidiane stanno dimostrando con varia intensità ma costante regolarità un po’ in tutte le zone del pianeta offeso dall’incuria umana.

 

N°60  lunedì 7 novembre 2016