L’accordo di principio tra Cina e Stati Uniti comincia a dare i suoi frutti: il segretario americano al tesoro Steven Mnuchin conferma la sospensione dei dazi sui mercati dei due paesi. Vacilla invece l’accordo sul nucleare tra le potenze mondiali e l’Iran, il cui ministro degli esteri Javad Zarif dopo l’uscita degli Usa ritiene insufficiente il sostegno politico dell’Unione europea, rappresentata in un incontro dal commissario all’energia Miguel Arias Canete. Antonio Conte, che pure a spese del Manchester United si è aggiudicato con il Chelsea la Coppa d’Inghilterra e avendo conquistato l’anno scorso la Premier League al primo tentativo si definisce un vincitore seriale, sarà probabilmente esonerato perché vuole così Roman Abramovich. Il proprietario della squadra, che comunque non si è qualificata per il massimo torneo continentale, si trova a sua volta in patria non essendogli stato rinnovato il visto scaduto da tre settimane: si ipotizza una connessione con la crisi diplomatica per il caso Skripal, ma non si registrano commenti né del portavoce del miliardario russo John Mann né del ministero dell’interno britannico. Un altro Conte, che di nome fa Giuseppe e insegna diritto privato all’università di Firenze, candidato da Cinquestelle in campagna elettorale per il ministero della istruzione, viene indicato come possibile capo del governo che tutti chiamano Di Maio-Salvini; ha cinquantaquattro anni e gli si contrappone un altro papabile, l’ottantunenne economista Paolo Savona che è stato ministro dell’industria nell’esecutivo guidato da Carlo Azeglio Ciampi. L’irresistibile Mimì Augello di Montalbano, l’attore Cesare Bocci in veste di danzatore, si è cimentato in coppia con Alessandra Tripoli in una sensuale interpretazione di «I will always love you» vincendo l’ultima edizione di «Ballando con le stelle». Dopo questa esperienza torna nel set della fortunata serie televisiva riprendendo i panni del vice commissario di Vigata.
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