Lacrime e speranze

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OGGI QUATTRO ANNI FA

Boris Johnson, commentando la formalizzazione della Brexit, anticipa il discorso alla nazione del fatidico ultimo giorno del mese: stanotte non segna una fine ma un inizio, un momento in cui spunta l’alba e si alza il sipario per un nuovo atto; è tempo che il regno e il popolo britannico tornino a unirsi per andare oltre. I toni, se non proprio trionfalistici, sono compiaciuti: quasi un contrappunto al malinconico addio espresso tra lacrime e abbracci dagli eurodeputati che nell’aula di Strasburgo, in piedi e mano nella mano, dopo avere approvato a maggioranza l’accordo del recesso inglese dall’Unione, avevano intonato le strazianti parole del valzer delle candele. Scontata la ratifica del consiglio europeo: lo scoccare della mezzanotte segnerà il punto di non ritorno; resterà soltanto da trovare un accordo per le relazioni future: le discussioni, nelle quali il capo negoziatore della Ue sarà Michel Barnier, inizieranno ai primi di marzo e dovranno concludersi entro il trentuno dicembre.

Lillo S. Bruccoleri

Nella foto: Michel Barnier