L’Onu si tinge di azzurro

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L’aula del consiglio di sicurezza dell’Onu. Per tutto quest’anno l’Italia farà parte di tale organismo secondo le norme statutarie delle Nazioni unite

Dal 1° gennaio l’Italia è membro non permanente del consiglio di sicurezza dell’Onu. La notizia è stata diramata ufficialmente dalla presidenza del consiglio dei ministri nei termini che seguono.

         Il consiglio di sicurezza dell’Onu ha la responsabilità principale del mantenimento della pace e della sicurezza internazionali. Vi partecipano quindici paesi, cinque dei quali in modo permanente e con diritto di veto: Cina, Francia, Federazione russa, Regno unito e Stati uniti d’America; gli altri dieci vengono eletti dall’assemblea con mandato biennale. L’Italia però lo terrà per un solo anno, mentre in quello successivo subentrerà l’Olanda: ciò in virtù dell’accordo raggiunto dai due paesi che avevano raggiunto una posizione di parità nel giugno scorso. La soluzione era stata prospettata dall’Italia e una volta confermata è stata così commentata dall’allora ministro degli esteri Paolo Gentiloni Silveri: «Con questa proposta vogliamo passare un messaggio di unità di due paesi europei e abbiamo preso spunto da una parità perfetta, 95 a 95, nell’ultimo voto». Gli altri stati che resteranno in carica per l’intero biennio sono Svezia, Bolivia, Etiopia, Kazakistan, che si aggiungono a  Egitto, Giappone, Senegal, Ucraina e Uruguay.

         L’Italia ha fondato la propria candidatura sul contributo che ha dato ed è in grado di continuare ad offrire alla comunità internazionale sulla base delle sue note credenziali: riconosciuta capacità di mediazione (anche ad opera di importanti organizzazioni della società civile italiana); attività di prevenzione dei conflitti e promozione del dialogo come strumento principale per la loro risoluzione; impegno nelle operazioni di pace delle Nazioni unite; conoscenza del Mediterraneo e delle sue dinamiche, un’area destinata a restare anche nei prossimi decenni al centro della politica internazionale; promozione dei diritti umani, delle libertà fondamentali e dello stato di diritto.

         Nel corso degli anni importanti iniziative hanno avuto l’apporto italiano: le campagne in favore della moratoria della pena capitale, quelle per promuovere l’uguaglianza di genere e i diritti delle donne e delle bambine (anche attraverso la lotta a pratiche quali le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni precoci e forzati), le battaglie contro ogni forma di discriminazione religiosa e in favore della libertà di opinione, sono alcuni dei temi che hanno visto impegnato il nostro paese.

N°114 martedì 3 gennaio 2017