Referendum meno quattro

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Una seduta del parlamento dello Stato del Kuwait

Frenetiche battute negli ultimi giorni per convincere gli elettori a pronunciarsi nell’uno o nell’altro senso al referendum costituzionale. I sondaggi vanno presi con molta cautela dopo le vistose sbandate degli ultimi tempi, ma per quello che possono valere danno il no in vantaggio e il sì in netta ripresa, rendendo più incerto che mai l’esito finale.

Il paese appare spaccato in due non soltanto sui contenuti della riforma, che per la verità non sono stati chiaramente percepiti, ma sulla persona di Matteo Renzi e sull’azione del suo governo. Sembra prevalere la preoccupazione delle conseguenze politiche sulla stabilità dell’esecutivo e sulle ripercussioni economiche condizionate dall’andamento dei mercati.

Vengono diffuse prese di posizione di organi di stampa esteri, che lasciano spazio a ogni tipo di supposizioni. Tra le prospettive più frequenti figurano quelle di un distacco dall’Unione europea sull’esempio della Brexit e quelle di un voto a sorpresa come è avvenuto nelle ultime elezioni presidenziali negli Usa che hanno sancito la vittoria di Donald Trump.

Che il referendum si faccia appare ogni giorno più probabile, anche se rimane un ultimo appuntamento giudiziario presso il consiglio di stato che domani dovrà pronunciarsi sull’appello proposto da Cinquestelle e Sel contro la sentenza del Tar che ha superato ogni eccezione sulla formulazione del quesito referendario dichiarando il proprio difetto assoluto di giurisdizione. Teoricamente si potrebbe bloccare la macchina elettorale con un provvedimento di urgenza adottato in piena zona Cesarini, ma si rimane ormai sul piano delle mere ipotesi con la certezza quasi assoluta di un altro nulla di fatto.

Non sono mancate comunque, tra una fase e l’altra dei vari procedimenti, delle sottolineature di principio che potrebbero in futuro indurre a precisazioni normative in grado di fugare dubbi e perplessità. Tra gli effetti della riforma viene segnalata l’attenuazione del ruolo della seconda camera, in controtendenza rispetto ad altri segnali che vengono dall’estero, come quello della istituzione del senato nel Kuwait che ne era privo fino alle recentissime modifiche costituzionali volute dall’emiro.

N°83  mercoledì 30 novembre 2016