L’Onu fa la voce grossa contro l’Iranv

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L’ayatollah Alī Ḥoseynī Khāmeneī, guida suprema dell’Iran, con il presidente russo Vladimir Putin

Approvata dall’assemblea generale dell’Onu la risoluzione proposta dal Lichtenstein e dal Qatar per la costituzione di un gruppo di lavoro al quale affidare l’incarico di preparare un dossier sui crimini di guerra commessi in Siria. I voti favorevoli sono stati 105, quelli contrari 15, mentre le astensioni sono state 52. Viene precisamente configurato un meccanismo internazionale imparziale e indipendente, al fine di poter investigare e processare i responsabili di questa grave specie di delitti compiuti a partire dal marzo 2011.

Nel mirino dei promotori si trova l’Iran, che non a caso ha votato contro la risoluzione, sostenuto dalla Russia che si è unita all’accusa di ingerenza da parte dell’Onu. L’ambasciatore iraniano e consigliere di Khamenei per gli affari internazionali, Gholam Hossein Dehghani, ha parlato di una mossa distruttiva che potrebbe minare gli sforzi per una soluzione pacifica della crisi in Siria. Non ha fatto alcun cenno alle guardie rivoluzionarie del regime iraniano (Irgc e Forza Quds) né ai mercenari presenti in Siria; ha ignorato che proprio a queste forze viene addebitato il massacro di intere popolazioni innocenti. Ha dichiarato testualmente: «La repubblica islamica ritiene che il conflitto in Siria non richieda una soluzione militare e che il popolo della Siria debba essere in grado di decidere da sé il suo futuro politico». Per parte sua, l’ambasciatore siriano Bashar Jaafari ha denunciato l’iniziativa definendola «una palese interferenza negli affari interni di uno stato membro».

Lo scopo del nuovo organismo è quello di raccogliere prove sugli atti criminali commessi in Siria prendendo a punto di riferimento le norme e gli standard internazionali.

N°105 giovedì 22 dicembre 2016