Studi in onore di Elvidio Surian

452

Per festeggiare gli ottanta anni del professor Elvidio Surian, statunitense di formazione e pesarese d’adozione, docente per oltre un trentennio al conservatorio «G. Rossini», il volume n. 16 della rivista «Quaderni musicali marchigiani», organo scientifico dell’Arim, Associazione marchigiana per la ricerca e valorizzazione delle fonti musicali, è stato interamente dedicato a saggi in onore dello studioso. La presentazione del lavoro (edito da Volontè-Rugginenti, Milano) è avvenuta a Pesaro (dichiarata dall’Unesco «Città creativa della musica»), nella sede di Musei civici. presente il direttore del conservatorio Rossini Fabio Masini; ha esordito il vice sindaco e assessore alla bellezza del comune di Pesaro, Daniele Vimini, sottolineando l’importanza della pubblicazione e ricordando che l’illustre festeggiato è pesarese di adozione da decenni

Surian è personaggio riservato, che certo non si sbraccia per pubblicizzare la sua immagine. Su internet si fatica a trovare una sua foto. Mentre abbondano quelle dei suoi libri, per l’attenzione che ad essi dedica l’editore. Ciò non alimenta la notorietà fuori dal campo degli specialisti delle discipline musicali. E lo studioso non la ricerca. Forse perché non è prigioniero del contingente e sa che spetta al tempo mettere in evidenza e serbare memoria di quanto veramente vale. Nessuna propensione dunque per le effimere «fiammate» di notorietà, oggi così frequenti e spesso abilmente alimentate, ma destinate a scomparire senza lasciare traccia.

Questo suo tratto autorevole ma al contempo contenuto mi è ben apparso durante la frequentazione che con lui ho avuto durante la presidenza del «Rossini» e anche dopo. Ebbe la bontà di regalarmi i ponderosi quattro volumi del suo «Manuale della storia della musica» ed anche di mettermi a parte dei suoi progetti scientifici, non sempre ben compresi e supportati da chi poteva forse fornirgli qualche sostegno. Fu tra i promotori del Ripm (Répertoire international de la presse musicale), con sede a Baltimora, nel Maryland (Usa). Fondato nel 1980 da H. Robert Cohen – si legge nelle enciclopedie – ­con la collaborazione di Marcello Conati, Elvidio Surian e Christoph-Helmut Mahling, il Ripm è uno dei quattro Répertoires istituiti dalla International musicological society (Ims) e dall’Associazione internazionale delle biblioteche, archivi e centri di documentazione musicali (Iaml). E nel 2004, su sua indicazione, promossi una deliberazione del consiglio di amministrazione dell’Istituto musicale per attivare un rapporto di collaborazione tra Ripm e Conservatorio statale di musica «G. Rossini».

Ma anche negli anni pesaresi Surian non ha mancato di spendersi con particolare impegno per la cultura e la musica del territorio. Ha fondato a Mombaroccio l’accademia «Guidobaldo del Monte»; nei contatti che con lui ho avuto ha sempre sollevato problemi di grande rilevanza: l’insegnamento della storia della musica nei licei, l’attenzione alla conoscenza di tutti gli aspetti legati alla figura di Rossini, l’approfondimento del rapporto tra Dante e la musica, la valorizzazione del notevole patrimonio della biblioteca del conservatorio Rossini ed in genere di quello storico locale, e così via. Alle numerose pubblicazioni si è recentemente aggiunto il «Profilo di storia della musica», elaborato insieme alla figlia Laura.

Particolarmente grave è l’assenza dell’insegnamento nelle scuole superiori della storia della musica, secondo Surian, che del tema ha fatto un suo costante e meritorio cavallo di battaglia promuovendo anche iniziative legislative al riguardo. Già nel 1964 la rivista «Approdo musicale» stigmatizzava che «In Italia la musica, in quanto fenomeno culturale, è tuttora considerata come un accessorio trascurabile».

Si spiega dunque come il posto di rilievo che Surian occupa nella ricerca musicale abbia attirato, per il particolare e denso volume (650 pagine!) dei «Quaderni musicali marchigiani» a lui dedicato, saggi dei musicologi statunitensi Allan Atlas, Raoul F. Camus, H. Robert Cohen, Floyd Grave e Jesse Rosenberg, nonché della francese Sylvie Mamy. Che si uniscono agli studiosi italiani Marco Beghelli, Nicoletta Betta, Roberto Calabretto, Paolo Fabbri, Dinko Fabris, Patrizia Florio, Ausilia Magaudda, Gabriele Moroni, Franco Rossi, Agostina Zecca Laterza, Agostino Ziino e Maria Girardi; i contributi su argomenti di specifica  attinenza marchigiana, in continuità con la consolidata linea editoriale dei «Quaderni», sono invece stati assicurati da Francesco Angelini, Costanza Costanzi, Marco Salvarani, Ugo Gironacci (che ha, inoltre, ricostruito i primi anni di attività dell’Arim), Riccardo Graciotti, Gabriele Moroni e Caterina Veddovi. Laura Surian, preziosa collaboratrice, ha redatto la nota biografica del padre e il lungo elenco delle sue pubblicazioni.

Il vice sindaco Daniele Vimini ha curato la premessa dei saggi e Paola Ciarlantini, attuale presidente dell’Arim, l’introduzione. Tutti aspetti posti in evidenza dal professor Graziano Ballerini, attento curatore del «Quaderno n. 16» e già docente del conservatorio Rossini. Di lui ho un ricordo vivo quale intellettuale raffinato e portatore di idee brillanti che promuoveva con decisione.

Né sfugge l’importanza della presenza a Pesaro di Gianni Rugginenti, giunto espressamente da Milano, per l’evento in onore di Surian. Egli ha ringraziato Elvidio Surian sia per l’amicizia e l’affetto costanti, sia per averlo scelto come suo editore per la pubblicazione del manuale di storia della musica «rivoluzionario per gli anni Novanta» – ha sottolineato – «e insuperato ancora oggi. Si tratta del testo più adottato nelle università e nei conservatori italiani». Paola Ciarlantini, presidente appunto dell’Arim nonché «anima» dell’evento, ha ringraziato Vimini e la giunta del comune di Pesaro per la sensibilità culturale e il generoso supporto mostrati contribuendo alla pubblicazione del volume. Ha inoltre rilevato quanto il professor Surian sia stato importante per la musicologia regionale e nazionale, insegnando a giovani studiosi una metodologia d’avanguardia che vedeva nel lavoro d’équipe basato su fonti di prima mano il suo punto di forza.

La professoressa Ciarlantini, ordinario al conservatorio di Bologna, fa onore alla sua carica associando alla docenza una intensa attività di ricerca: recentemente ha dedicato un saggio a Carlo Piero Giorgi, a suo tempo docente del conservatorio Rossini e compositore in particolare di musiche da film: con lui ebbe consuetudine di rapporti Riz Ortolani il quale, mi confidò la consorte Katyna Ranieri, trasse proprio da Giorgi lo stimolo a dedicarsi alle colonne sonore che lo resero famoso nel mondo.

Alla presentazione ha preso parte pure l’esperto di voci «rossiniane» Giorgio Appolonia, autore di diversi libri in materia ed intellettuale assai versatile per essersi dedicato anche alla pittura e per praticare – come precisa sul suo profilo – la professione di medico. Appolonia ha posto in luce la vocazione per la musica della città di Pesaro, in cui una figura fondamentale come Elvidio Surian è stata di stimolo e di riferimento culturale costante.

Sull’ultima edizione del quarto volume di «Manuale di storia della musica» si è intrattenuto l’«allievo» Fabrizio Basciano, giovane musicologo calabrese che ha collaborato con Surian curando una sezione sulla musica pop e jazz. Intenso anche l’impegno speso per anni da lui e Surian per l’inserimento della musica come materia di studio nelle scuole superiori italiane.

Quello della musica è in effetti un tasto dolente nella cultura nazionale. Nei suoi qualificati ed apprezzati incontri l’Accademia nazionale dei lincei dedicò una giornata a «Tre centenari: Leonardo-Raffaello-Dante (2019-2020-2021)». Senonché lo stesso parlamento con legge n. 188 del 2017 dettò «Disposizioni per la celebrazione dei centocinquanta anni dalla morte di Gioachino Rossini».

Di fronte a un «grappolo» di ricorrenze che si proponevano di onorare la cultura italiana in un contesto temporale in sequenza, l’assenza di Rossini, primo segmento (2018) di quel calendario, pone interrogativi. Peraltro nel corso di una conferenza stampa tenutasi al senato nel dicembre 2017 sul programma delle celebrazioni rossiniane il sindaco di Pesaro Matteo Ricci ed il presidente emerito della repubblica Napolitano, presidente dell’apposito comitato promotore, avevano giustamente sottolineato il «quadriennio» dei centenari che si aprivano, per il 2018, con Rossini per proseguire nel 2019, 2020 e 2021 con i tre grandi già citati. Ed alla mia richiesta di «spiegazioni» il presidente della accademia professor Alberto Quadrio Curzio rispose cortesemente con una lettera in cui venivano addotte diverse argomentazioni. Quella che più mi colpì riguardava il richiamo all’assenza (!) di un settore della musica nei campi trattati dall’istituzione.

In effetti la prestigiosa Accademia nazionale dei lincei prevede dodici categorie di approfondimento e ricerca: cinque per la classe di scienze fisiche, sette per la classe di scienze morali, storiche e filosofiche (filologia, archeologia, critica dell’arte e poesia, storia, geografia, filosofia, diritto, scienze sociali e politiche). Non si riscontra una categoria in cui sia inclusa la musica, nonostante il forte rilievo che essa riveste nella cultura e nella storia d’Italia.

In realtà per l’interpretazione dell’accaduto più che alla versione del rinomato economista Alberto Quadrio Curzio – e sia detto con ogni sincero rispetto – propendo per la versione che  fornisce il qualificato ed espertissimo «rossiniano» professor Sergio Ragni secondo il quale è da pensare che si sia trattato soltanto di una «dimenticanza» dal momento che la stessa accademia, a conclusione delle celebrazioni del 200° della nascita del nostro, si rese promotrice del convegno «La recezione di Rossini ieri e oggi» tenutosi a Roma nei giorni 18-20 febbraio 1993, di cui, sempre a cura dei Lincei, furono pubblicati anche gli atti. Ma tanto l’inspiegabile lacuna (che comunque non ha impedito l’evento del 1993) nelle categorie di ricerca dell’accademia quanto la «dimenticanza» la dicono lunga sul rilievo e sulla attenzione riservati alla musica in Italia.

Giorgio Girelli

Presidente emerito del conservatorio statale Rossini di Pesaro

Nella foto: Elvidio Surian con Ballerini, Ciarlantini con la figlia Laura, Girelli e Masini